L’estate è alle porte, dietro la primavera che è alle porte di un inverno che ha dimenticato le chiavi di casa, ma, nonostante questo clima richiami la calorosa steppa russa, pare che sia il momento di fare un summit con il proprio corpo.
Questo confuso incipit per dire che l’80% della popolazione è alle prese con sensi di colpa terrificanti, odio diffuso e risentimento nei riguardi del proprio aspetto fisico.
Partiamo dal presupposto che tutte le persone in sovrappeso non mangiano, che se ingrassiamo è perché il nostro metabolismo ci odia, che probabilmente abbiamo degli squilibri ormonali che trattengono il grasso perché gli ormoni hanno paura della solitudine, che forse siamo vittime di un maleficio, perché il nostro regime alimentare a base di fritture e mortazza è, in fin dei conti, perfetto.
Detto questo, è il momento delle ricerche Google:
Come dimagrire 10 kg in 5 ore
Come dimagrire mangiando e bevendo
Come dimagrire assumendo semi miracolosi provenienti dall’Amazzonia
Come dimagrire in un regime di immobilità indotta.
In fondo, nella più remota sinapsi del nostro cervello sappiamo che per dimagrire c’è solo un metodo: muoversi e mangiare sano, però, cioè, con tutta la ricerca scientifica stiamo ancora a questo?
A questi barbari metodi di privazioni, a questa chiusura sociale? Si perché quando sei a dieta, è meglio che ti chiudi in casa, tentazioni in ogni dove, barismo e aperitivismo ti fanno l’occhiolino come delle luride sgualdrine, che fai allora? Scendi lo stesso? Stai in giro a guardare la gente sbevazzare e rimpinzarsi di noccioline chiuso nel tuo piccolo mondo di tristezza?
E allora no! Tu, che come me sei avanti, cerchi soluzioni alternative, diete creative, tipo: mangio un insalata a pranzo ed un vodka tonic a cena, perché si, non sarà il massimo della salute, ma in fondo è Tonic, quindi tonificherà, e poi tu sei asocial di brutto e nessuno al mondo mai dovrà pensare che te ne frega del tuo aspetto! Perché già muori di fame e che puoi anche morire di solitudine e saudade?
Ok, ora vi devo lasciare, ciao, vado a magnà.
La Ceretta Approssimativa 